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Il meccanismo della lettura

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Il meccanismo della lettura

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Il meccanismo della lettura

Il meccanismo della lettura - di Maria Teresa Tartaglia

La lettura, l’atto di leggere è un’attività umana che avviene grazie ai nostri occhi. Infatti è tramite loro che possiamo leggere questa pagina ma… li usiamo bene? Li rispettiamo, i nostri occhi? O li consumiamo, leggendo eccessivamente, in modo scorretto, privandoci, prima o poi, del piacere di leggere?


Maria Teresa Taraglia

Nihil est in intellectu quod non fuerit prius in sensu S. Tommaso

Leggere significa riconoscere e interpretare un testo scritto in un determinato linguaggio e comprenderne i significati; comunicare ad alta voce un testo; interpretare segni convenzionali o naturali; interpretare un’opera d’arte, un evento; prelevare dati da una memoria elettronica.

Dal latino legere raccogliere, attraverso la locuzione legere oculis raccogliere con gli occhi.

Leggiamo per motivi professionali, per le faccende quotidiane, per informarci, per imparare, per piacere: leggendo possiamo vivere esperienze e avventure, visitare luoghi e popoli lontani e pianeti sconosciuti, conoscere il passato e intuire il futuro, possiamo diventare protagonisti di una storia, e, forse, comprendere un po’ di più il significato della vita.

La lettura, l’atto di leggere è un’attività umana che avviene grazie ai nostri occhi. Infatti è tramite loro che possiamo leggere questa pagina ma… li usiamo bene? Li rispettiamo, i nostri occhi? O li consumiamo, leggendo eccessivamente, in modo scorretto, privandoci, prima o poi, del piacere di leggere?

In queste righe discorreremo della lettura e del meccanismo della lettura, e di come preservare e migliorare la nostra vista in merito alla lettura. Potremo provare semplici esercizi e di come perdere cattive abitudini per acquisirne di buone.

E così, i libri resteranno i nostri fedeli amici per tanti, tanti anni…

 

Guardare e Vedere

Nel processo della visione, la mente, gli occhi e il sistema nervoso
sono intimamente associati e formano un tutto unico. 
Ciò che agisce su uno qualsiasi degli elementi di questo tutto,
si ripercuote anche sugli altri elementi. Aldous Huxley

 

Noi entriamo in relazione con la realtà che ci circonda attraverso i sensi. Tra tutti la vista è il senso che più ci permette di apprezzare l’estensione dello spazio, di prendere coscienza di forme, colori, e dimensione dei corpi, di interpretare simboli, di riconoscere un volto amico, di guidare un movimento o un’azione, di stabilire un contatto..

“Vedere” è il risultato della combinazione di moltissimi fattori naturali: la natura della radiazione elettromagnetica, la complessa impalcatura biologica per la trasformazione del segnale luminoso da fotone a impulso nervoso, la sofisticata elaborazione dell’immagine da parte di retina e cervello, la conversione della percezione in significato; all’insieme di questi fenomeni di propagazione della luce, di rilevazione, di funzioni cerebrali corrisponde in noi un’esperienza consapevole: ”Io che vedo”.

Nell’uomo luce, occhi, visione non sono solamente fenomeni fisici, legati al mondo materiale: “vedere” diventa esperienza profonda di rapporto con il reale e di apertura al suo significato, diventa valore spirituale di ricerca interiore.

 

Il meccanismo della lettura

Poniamo caso, tu, lettore, guardi in una occhiata tutta questa carta scritta,
e subito giudicherai questa esser piena di varie lettere;
ma non conoscerai in questo tempo che lettere sieno, né che vogliano dire; 
onde ti bisogna fare a parola a parola, verso per verso, a voler notizia d’esser lette. Leonardo da Vinci

 

La lettura è l’azione con cui si prende conoscenza di un testo scritto attraverso la vista; leggere come attività abituale; leggere in pubblico, tenere un discorso o una conferenza (dall’inglese lecture); oggetto della lettura, opera scritta; decifrazione o interpretazione di segni convenzionali o naturali; interpretazione di un testo, un’opera d’arte; in informatica operazione di decodifica o trasferimento di dati.

La lettura è il processo che ci permette di recuperare e comprendere informazioni in forma scritta. La lettura si riferisce alla decifrazione di un elaborato prodotto in una lingua e codificato tramite la scrittura per mezzo di simboli che sono percepiti con la vista, o con il tatto nel caso dell’alfabeto Braille; altri tipi di lettura possono non essere basati sul codice linguistico, come nel caso della partitura musicale o dei pittogrammi.

Il procedimento con il quale si registra l’informazione destinata ad essere letta è la scrittura. La scrittura da sempre necessita di un supporto fisico: dalla tavoletta di argilla alla pergamena, fino alla carta e, in tempi moderni, in formato digitale.

La lettura è in sostanza una forma di comunicazione che avviene per mezzo di una successione di eventi sensorio-motori, neurologici, cognitivi tra loro interconnessi, allo scopo di riconoscere, estrarre, comprendere, ricordare un’informazione derivante da uno scritto. La lettura richiede contemporaneamente attenzione, movimenti oculari, percezione, memoria, plasticità cerebrale, apprendimento.

Ma cosa sta accadendo mentre leggiamo queste righe? Cosa stanno facendo i nostri occhi? Dove avviene l’interpretazione di lettere, parole, frasi?

Il meccanismo della lettura si basa su in una serie di fissazioni oculari intervallate da movimenti veloci di rifissazione o saccadi. L’occhio non si fissa su ogni singola lettera all’interno delle parole, ma soltanto su alcune, e il cervello ricava l’informazione mancante in base al contesto; questo è possibile perché le lingue umane sono dotate di certe regolarità linguistiche.

È noto a tutti il cosiddetto esperimento di Cambridge: di un testo sono state lasciate al loro posto le prime e le ultime lettere di ogni parola, cambiando casualmente l’ordine delle lettere all’interno delle parole stesse; il testo è ugualmente leggibile e soprattutto comprensibile, in qualsiasi lingua.

Le informazioni derivanti dai movimenti oculari e dalle proiezioni dello scritto sulla retina vengono in pochissimi millisecondi inviate alla corteccia visiva e processate; a loro volta i neuroni della corteccia visiva inviano il segnale elaborato alle aree cerebrali cognitive del riconoscimento, dell’interpretazione, e della memoria, per dare significato a ciò che stiamo leggendo.

  • Il primo livello di lettura è il semplice riconoscimento delle lettere e poi delle parole per comporre le frasi.
  • La lettura orientativa o scansione è quella che si applica per guardare i titoli di un giornale.
  • La lettura di consultazione è una lettura orientativa su un documento per decidere se sarà possibile trovarvi gli argomenti che si cercano (articolo, saggio, testo, ecc).
  • La lettura analitica è la lettura così come la intendiamo comunemente: comprensione generale, apprendimento, memorizzazione. La lettura analitica serve a ricavare informazioni e individuare i rapporti tra le informazioni; può riguardare un racconto o un romanzo letti per il proprio piacere, oppure un testo che deve essere studiato; un articolo di giornale, il bugiardino dei farmaci, e così via. La lettura analitica è in ogni caso una lettura integrale e concentrata.

La lettura è un’abilità che deve essere coltivata, un’arte; molti ragazzi e adulti invece non leggono o leggono pochissimo, o non sanno come leggere in modo efficiente ed efficace.

Lettore è colui che si dedica alla lettura, l’utente di un autore o un editore; persona che legge per chi non è in grado di farlo; insegnante di madrelingua che fa esercitazioni pratiche; nel medioevo, titolo corrispondente al moderno professore; in elettronica, dispositivo che trasforma un sistema di segnali in un altro.

 

Lettori siamo noi che, in questo momento, stiamo leggendo.

Ma stiamo leggendo bene, in modo da non affaticarci?

 

Leggere è un’attività energeticamente dispendiosa, per non affaticarci dobbiamo considerare aspetti visivi e non visivi.

Illuminazione e postura sono fondamentali per la buona lettura, indispensabili per mantenere efficiente la visione e non sovraffaticarla.

Illuminazione: leggere richiede una quantità di luce adeguata. L’ideale è la luce naturale, schermata se eccessiva, che non crei riflessi sul testo. Mai leggere in penombra o peggio al buio: utilizziamo una buona fonte luminosa artificiale, non abbagliante. Come dovremmo fare per guardare la televisione e il monitor del computer, di sera mai leggere su tablet o ebook-reader senza luce accesa.

Il genere di supporto cartaceo che crea il contrasto tra la carta e il testo scritto o stampato, influenza notevolmente la necessità di illuminazione; stessa considerazione per i supporti digitali.

Postura: comoda e adeguata per tutti, soprattutto per studiare e quando si ha una scarsa capacità visiva. Il testo va tenuto sempre comodamente inclinato, comodo per occhi, collo e spalle, soprattutto se leggiamo libroni pesanti; ogni tanto, cambiamo posizione. La corretta distanza di lettura è compresa tra 35 e 40 cm (la troviamo ponendo il pugno chiuso alla radice del naso: è la distanza tra la nocca del medio e la punta del gomito). Per studiare sono utilissimi il leggio o il piano inclinato, come i vecchi banchi scolastici, che permettono di tenere dritta la schiena, non sovraccaricare il collo e le spalle, indirizzare correttamente lo sguardo.

 

Le Regole d’oro della Buona Lettura

Ora curiamo gli aspetti visivi.

  • Battere le palpebre alla fine di ogni paragrafo, più spesso se si hanno gli occhi secchi.
  • Sollevare lo sguardo e mettere a fuoco qualcosa di molto lontano alla fine di ogni pagina, guardare in giro.
  • Respirare a fondo.
  • Muovere gli occhi e il collo, alzarsi, stirarsi.
  • Occhi normali, né strizzati né spalancati: non aggrottare le sopracciglia e non strizzare le palpebre.
  • Adeguato occhiale per vicino: il minimo indispensabile, non quello per lontano.
  • Fare palming* alla fine di ogni capitolo visualizzando le cose lette.
  • Non leggere se si è stanchi e c’è poca luce.
  • Passare del tempo all’aperto e fare attività come yoga, ginnastica dolce, stretching.

*Palming è una pratica di rilassamento degli occhi che si esegue chiudendo gli occhi, appoggiandovi sopra le mani a cucchiaio senza schiacciare i bulbi oculari, visualizzando o ricordando immagini rilassanti o, in questo caso, le cose lette o studiate. Infatti, se si legge per studio, tradurre in termini visivi le cose lette permette di fissarle meglio nella memoria e richiamarle più direttamente; se si legge per piacere, la visualizzazione permette di godere pienamente del racconto e parteciparvi con tutti i sensi.

Cosa succede se manteniamo cattive abitudini di lettura?

  • Riduzione della mobilità degli occhi nell’esplorare il campo visivo (non si sa dove mettere gli occhi).
  • Riduzione della visione periferica (si guarda solo dritto davanti a sé).
  • Difficoltà di seguire oggetti in movimento (le cose vanno per conto loro).
  • Lentezza nella identificazione e messa a fuoco di cose (e fatti) nuovi.
  • Perdita del contrasto figura-sfondo e della loro posizione reciproca (povertà di dettagli e contenuti).
  • Lettura come abitudine al limite della dipendenza (scarsa socializzazione, isolamento, chiusura).

Esercizi per la Buona Lettura

Leggere non fa male, sempre che gli occhi, il collo e le spalle siano rilassati……..

ESERCIZI PER GLI OCCHI:

  • Yoga per gli occhi: senza muovere la testa, portare lentamente gli occhi verso destra, al centro, verso sinistra, al centro; in alto, al centro, in basso, al centro; obliquamente in alto a destra, al centro, in basso a sinistra, al centro; obliquamente in alto a sinistra, al centro, in basso a destra, al centro, come se disegnassero una stella.
  • Guardare alternativamente il proprio dito a distanza di 25-30 cm, e un oggetto lontano; ripetere più volte.
  • Fare lenti cerchi con gli occhi, nei due sensi di rotazione.
  • Palming, anche tra un esercizio e l’altro, e alla fine.

ESERCIZI PER IL COLLO E LE SPALLE:

  • Fare cerchi con le spalle, in avanti e indietro.
  • Abbassare il mento e lentamente sollevarlo portandolo indietro.
  • Fare lente rotazioni con il collo.

ESERCIZI DURANTE LA LETTURA:

  • Non andare verso il testo, è il testo che deve arrivare senza necessità di avvicinare o allontanare il viso.
  • Guardare gli spazi bianchi tra le parole e dentro le lettere: le letterine sembreranno più nitide. Far scorrere lo sguardo lungo lo spazio bianco tra una riga e l’altra, senza leggere: le letterine sembreranno più nere.
  • Leggere con un dito o uno stecchino, lettera per lettera.
  • Cercare cose piccole sul foglio, macchioline, segnini.
  • I movimenti degli occhi e del collo devono sempre essere morbidi, facili, piacevoli: battere le palpebre e respirare, respirare, respirare!

Un libro, fatto di parole, possiede, come la parola, il potere di travalicare qualsiasi confine.

Scrive Emily Dickinson: “Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto le parole. Ne esistono alcune di fronte alle quali mi inchino, stanno lì come un principe tra i lord. A volte ne scrivo una, e la guardo, ne fisso la forma, i contorni fino a quando comincia a splendere e non c’è zaffiro al mondo che ne possa eguagliare la luce.”

Lo splendore della parola penetra nell’animo umano, lo illumina, se ne prende cura…in sostanza, un (buon) libro fa bene all’anima e alla mente.


Maria Teresa Tartaglia
La mia formazione professionale è Ortottista assistente di oftalmologia, specialista in ipovisione; lavoro presso l’Ospedale Bufalini. Sono... Leggi la biografia
La mia formazione professionale è Ortottista assistente di oftalmologia, specialista in ipovisione; lavoro presso l’Ospedale Bufalini. Sono stata partecipante, relatore, segreteria scientifica, presidente, moderatore a corsi e congressi in ortottica, oftalmologia, neuroftalmologia, riabilitazione visiva, prevenzione visiva, chirurgia... Leggi la biografia



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