I bambini non si guardano più intorno
Bambini e vista
Bambini e vista
I bambini non si guardano più intorno Una delle prime cose da fare per prevenire i disturbi visivi dei bimbi è guardarli negli occhi, renderli visibili, farli sentire che esistono. “Io esisto soltanto se sono l’oggetto dello sguardo dell’altro “ (G. Loverso).
Da PerCorsi Magazine Come è cambiato crescere di Daniela Giovati
Daniela Giovati
Negli ultimissimi decenni si stanno sviluppando in maniera esponenziale i disturbi visivi. Possiamo, per chiarezza di esposizione raggrupparli in due grandi categorie: la miopia i disturbi di “movimento” degli occhi: strabismi manifesti o tropie, strabismi latenti o forie, scarsa convergenza cioè difficoltà a guardare contemporaneamente con i due occhi da vicino.
In pratica scarsa coordinazione dei movimenti oculari che si riflette in scarsa coordinazione e poco controllo dei movimenti corporei.
Sono spesso associati a problemi di “postura” e/o “apprendimento” scolastico, creando difficoltà di concentrazione, bassa autostima, scarsa “centratura” e percezione del sé.
Entrambi i fenomeni hanno a che fare con il cambiamento delle nostre abitudini sociali.
L’incalzante ritmo della vita moderna ci porta ad essere sempre più stressati e a stressare i nostri figli.
Ai bambini vengono richieste sempre più prestazioni a livello scolastico, con una tendenza deleteria che si sta sviluppando anche in Italia: la pre-scolarizzazione, si tende ad anticipare sempre più l’età di entrata nella struttura scolastica, non rispettando il completamento delle fasi di crescita. I bambini spesso “ce la fanno” lo stesso, ma a che prezzo?
Spingere l’attività intellettuale senza avere un adeguato sviluppo fisicomentale-animico, va a schiacciare la spontaneià, la creatività, il senso critico, il senso morale di responsabilità. Quella che è la spinta vitale al voler conoscere, la curiosità naturale che ti porta a voler imparare viene soffocata da una richiesta sociale che tende a omologare senza tener conto dell’identità personale e delle qualità specifiche di ogni bambino.
La televisione, i tanti nuovi giochi elettronici e il computer hanno complicato ancora di più lo sviluppo naturale. Non si gioca più come una volta…
La miopia
Un terzo della popolazione europea e americana è miope.
Non è vero che ci sono più miopi perchè si fanno più controlli della vista. Sono stati fatti vari studi ad esempio con gli eschimesi e altre popolazioni che hanno conosciuto con ritardo l’avvento della cultura elettronica ma anche la letto-scrittura: all’inizio non si sono rilevati casi di miopia, che si è invece manifestata e sviluppata a seguito della scolarizzazione e dell’uso del computer.
Si parla, in questi casi, di “miopia adattiva”, cioè dell’adattamento del nostro sistema visivo, a guardare da vicino in modo prolungato e continuativo, quando i nostri occhi sono nati per guardare a varie distanze, soprattutto remote.
Ci sono altre ipotesi rispetto alla genesi della miopia; personalmente penso che ci siano diverse concause. Una di queste è la sovra-estimazione che si dà nella nostra cultura occidentale a tutte le abilità inerenti l’emisfero cerebrale sinistro (parte destra del corpo) cioè quelle legate alla razionalità, alle strutture logicomatematiche, ai calcoli, al pensiero sequenziale; ciò a discapito di quelle inerenti l’emisfero destro, legate all’intuizione, alle capacità artistiche, al pensiero analogico.
L’attività intellettuale, soprattutto scolastica, porta a sviluppare in modo ipertrofico l’emisfero sinistro; il leggere e lo scrivere impegnano soprattutto la fovea, la parte centrale della retina, non più grande della capocchia di uno spillo (quella dei 10/10), le cui fibre vanno in maggior parte alla corteccia dell’emisfero sinistro, mentre le attività legate al movimento sono guidate dalla parte periferica della retina(1) , più legata all’emisfero destro.
Inoltre, quando si legge, non si usano gli occhi per osservare o ancora meglio contemplare quello che c’è davanti e intorno a noi, ma solo per “capire” . Gli occhi sono quindi invitati ad assumere una forma di controllo più che costituire delle “finestre aperte sul mondo “.
Un’altra concausa è lo stress.
Il muscolo ciliare, che si contrae e si rilassa per permettere al cristallino di modificarsi in base alla distanza dell’oggetto e così “mettere a fuoco”, fa parte del sistema neurovegetativo.
Lo stress, come può portare ad una contrazione dello stomaco e dell’intestino, può determinare una contrazione temporanea(2) (che può diventare cronica) del muscolo ciliare; ciò significa che il cristallino non riesce più a modificarsi per mettere a fuoco da lontano.(3)
Non meno importante la cosiddetta miopizzazione sociale. Siamo sempre più portati a “fare il nostro”, senza vedere “al di ldel proprio naso“. Un altro fenomeno che attualmente purtroppo si ritrova spesso nei ragazzi è la confusione mentale, senso di vaghezza, non sapere bene la strada da percorrere, senso di separazione tra sé e gli altri, poco contatto con sé e col mondo, una “non messa a fuoco” del proprio ruolo e identità personale e collettiva.
Ulteriori cause sono l’artificiosità e quindi impoverimento della nutrizione, la poca esposizione alla luce solare (non esagerare con gli occhiali da sole!).
Ma la cosa forse più importante è la mancanza del gioco. Il gioco, nemmeno lo sport. I giochi fisici di una volta, che risvegliano la linfa vitale del bambino, che lo portano ad interagire con gli altri, ad attivare tutte le sue capacità fisico-mentali, la creatività, la curiosità, a muovere i suoi occhi e il suo corpo in tutte le direzioni e alle varie distanze, che gli risvegliano la sua identità individuale e sociale.
Prevenzione
Una delle prime cose da fare per prevenire i disturbi visivi dei bimbi è guardarli negli occhi, renderli visibili, farli sentire che esistono. “Io esisto soltanto se sono l’oggetto dello sguardo dell’altro “ (G. Loverso).
Gli occhi della madre, in cui ci si rispecchia fin dalla nascita, ci rimandano la nostra auto-immagine formando le basi della nostra identità: io ci sono perché tu mi guardi. Un consiglio a tutte le mamme che allattano e portano gli occhiali è quello di toglierli almeno durante l’allattamento, perché gli occhiali bloccano il libero fluire della comunicazione attraverso lo sguardo.
Un altro consiglio che riguarda l’uso degli occhiali è quello di usarli quando è veramente necessario: alla lavagna, al cinema e alla televisione, per guidare. In quasi tutte le altre attività, chi porta gli occhiali abitualmente, sarà sorpreso di scoprire come riuscirà a fare tante cose anche senza di essi.
Altre indicazioni utili per prevenire o contenere la miopia sono rivolte a favorire le attività legate all’emisfero sinistro (ballare, preferibilmente non danza classica, fare versacci, ridere, dipingere, suonare, cantare, filastrocche, ritmo con le mani, ecc..).
Ritornare a giocare, specie all’aperto (corsa, corda per saltare, tappeto elastico, giochi con la palla). Lasciare che gli occhi si possano guardare intorno, guardando orizzonti, panorami, colori, cose e persone piacevoli, indovinare cose piccole, lontane e possibilmente in movimento. Nell’applicazione visiva da vicino distogliere spesso lo sguardo per guardare lontano, fare spesso pause facendo stretching, alzandosi e magari bere un bicchiere d’acqua che aiuta la concentrazione, rilassare gli occhi chiudendoli o facendo palming (pratica del metodo Bates in cui si chiudono gli occhi e si pongono davanti ad essi i palmi delle mani).
Si possono fare altre pratiche specifiche di rieducazione visiva per reimparare a vedere in maniera rilassata, consapevole, in modo da contenere la miopia e i danni provocati dagli occhiali.
Problemi di postura
“Gli occhi hanno poco a che fare con il vedere” Sembra un’affermazione paradossale, ma vuole sottolineare il fatto che noi in genere consideriamo l’occhio come una macchina fotografica che ci dice in modo statico e preciso com’è la realtà, il mondo fuori di noi. Niente di più sbagliato. L’occhio è un canale d’informazioni, l’inizio di un processo dinamico molto complesso, in continua evoluzione, che si chiama “visione“, che ha luogo nell’intero organismo, in continua interazione con tutti gli altri sensi, in una rete neuronale in continuo sviluppo e trasformazione, attivata soprattutto dal movimento.
Le informazioni visive vengono trasformate da chimiche a impulsi elettrici e trasmesse attraverso il cervello e l’intero sistema nervoso agli altri sensi e a tutto il corpo. Il 20% delle informazioni visive non arriva nemmeno alla corteccia ma viene spedito direttamente in un area subcorticale motoria.
Scrive Jack Heggie, insegnante Feldenkrais, che per ragioni personali (soffriva di importanti disturbi visivi) integr. il suo lavoro con il Metodo Bates: “( … ) In realtà la principale funzione del sistema visivo è quello di organizzare il corpo per il movimento.
Se la vista non è buona, cioè se non riusciamo a leggere la tabella oculistica, ci mettiamo gli occhiali per poter leggere meglio, ma questo compromette seriamente l’uso degli occhi nel movimento (…) Ci sono molte connessioni funzionali dirette tra i muscoli degli occhi e lo stato di contrazione di altri muscoli del corpo. Perciò gli occhi sono utilizzati sia come immissione che come emissione, o apparati sensori o motori, in modo in cui nessun altro organo sensorio è utilizzato (…) Infine, l’occhio è l’iniziatore di molte, se non della maggior parte, delle nostre azioni (… ) Così, se l’uso degli occhi è difettoso, l’insieme dei nostri movimenti inizier. con una falsa partenza.
Tratto da: Jack Heggie “ L’uso degli occhi nel movimento“ Edizione Italiana AIIMF.
I muscoli extraoculari sono 80-100 volte più forti di quello che servirebbe per muovere in tutte le direzioni i globi oculari, questo perché devono mandare le informazioni a tutte le catene muscolari del corpo.
Qualsiasi cosa noi facciamo o pensiamo di fare, i primi muscoli che si attivano, si muovono, sono quelli degli occhi . E’ come se gli occhi ci dessero una mappa preorganizzata di ciò che siamo intenzionati a fare.
E’ facile allora rendersi conto di come un problema di movimento non coordinato degli occhi possa interferire con una sana percezione del sé corporeo, del centro e della linea mediana del corpo. Può portare dei messaggi contrastanti nell’organizzazione dell’equilibrio posturale, creando così problemi di rotazione a livello del cingolo scapolare o del bacino, fino ad essere causa importante di vere e proprie scoliosi. Può provocare rotazioni della testa per favorire la visione binoculare, o addirittura per escludere la visione di uno dei due occhi quando è troppo disturbante.
Cattiva postura nel leggere o scrivere
Si vedono sempre più bambini che scrivono storti con una presa della matita inadeguata. Consiglio senz’altro il piano inclinato e il poggiapiedi (come i banchi di una volta) per dare una base di fermezza e togliere agli occhi il compito di trovare continuamente un equilibrio mentre si legge o scrive.
Problemi d’apprendimento “Vedere come processo di apprendimento“
Noi impariamo a vedere soprattutto nei primi mesi di vita; la visione binoculare termina il suo sviluppo intorno ai 6, 7 anni, ma il processo continua per tutta la vita. Fin dalla nascita, mentre ci muoviamo, continuamente paragoniamo e integriamo l’informazione visiva con tutti gli altri sensi: il tatto l’odorato, il senso dell’equilibrio e soprattutto quello cinestesico (4) . Si inizia coi primi movimenti riflessi, poi rotolando, portandoci le cose alla bocca, strisciando, gattonando, camminando, e via via nelle varie attività che faremo nel corso della vita, da quelle più grossolane (correre, saltare) a quelle più complesse e più fini (andare in bicicletta, cambiare marcia alla macchina, cucire, scrivere..) In pratica la conoscenza di sé. e del mondo, l’apprendimento inteso in senso generale includendo quello più specifico scolastico, avviene “incorporando” la realtà esterna; noi percepiamo il nostro ambiente attraverso una rappresentazione interna di esso.
I disturbi visivi legati ad una scarsa coordinazione nel movimento degli occhi (5) sono quindi strettamente interconnessi con la padronanza del nostro corpo, in senso di coordinazione ed equilibrio, e hanno facilmente a che fare con i problemi di apprendimento scolastico. E’ frequente per me vedere bimbi con problemi di apprendimento scolastico che contemporaneamente sono impacciati, sbattono sugli spigoli, gli cadono facilmente gli oggetti di mano, non riescono a prendere bene una palla, ed hanno occhi che si muovono pigramente e in maniera scoordinata. Per l’applicazione a scuola la funzionalità visiva deve essere a livelli ottimali. Alcune abilit. sono fondamentali per la letto-scrittura: oltre ad avere una buona vista, i famosi 10/10 (6), gli occhi devono poter fissare un punto con fermezza, seguire le righe con innumerevoli scatti rapidi e precisi (ogni scatto copre da 1 a 19 caratteri max) cambiare rapidamente messa a fuoco alle varie distanze (es. copiare dalla lavagna al quaderno). Tutto ciò con i due occhi ben coordinati fra loro. In più il vedere, come “mettere a fuoco”, è un atto cognitivo: si devono creare sequenze logiche strutturate, si deve avere una buona memoria a breve e a lungo termine per trattenere e riprodurre immagini-formesimboli (7) .
Se una o più di queste abilità visive non funziona bene, la lettura può diventare così faticosa che alla fine del testo diventa difficile capire cosa si è letto. Ci possono essere vari sintomi legati a ciò: tenere il dito sulla riga, occhi rossi, lacrimosi, bruciore, battito rapido delle palpebre, muovere il capo lateralmente anziché gli occhi, chiudere a volte un occhio, mal di testa..
Cosa si può fare
Oltre ai consigli già dati, si possono fare esercizi specifici di educazione visiva (Ortottica e Metodo Bates), per ripristinare un corretto e preciso movimento degli occhi, per migliorare la coordinazione e integrazione fra loro, al fine di ottenere una buona visione binoculare in tutte le direzioni di sguardo e a qualsiasi distanza. Come già ribadito non si gioca più come prima. La televisione, il computer, la playstation e il game boy giocano ora per noi, mentre i nostri occhi fissi e sgranati, staccati dagli altri sensi, stanno a guardare in un corpo fermo e sempre più pigro. A tutto questo si può naturalmente porre riparo, è ovvio che non si può tornare indietro, il problema come al solito non è la scienza e le innovazioni che porta, ma l’uso che si fa di esse. Ci si può disciplinare.
Per quanto riguarda la nutrizione , sarebbe bene evitare lo zucchero, le bevande gassate, i cibi industriali, tutto quanto contenga additivi, coloranti e altre tossine. La biochimica del cervello-corpo può essere un fattore chiave nei problemi d’apprendimento e nell’iperattività. Limitiamo l’uso di Tiv., computer e videogiochi, incentivando tutti quei giochi adatti per lo sviluppo, che richiedano equilibrio, coordinazione, bilateralità (usare insieme ambo i lati del corpo e/o coordinazione tra parte di sopra e di sotto) e ritmo. Palle per saltare, corda, saltellare, trampolino, arrampicarsi sugli alberi, bicicletta, pattini, skateboard e così via, dovrebbero essere pane quotidiano per ogni bambino.
note
(1) Esistono pratiche, come particolari passeggiate notturne, per sviluppare la percezione della parte periferica della retina, per incrementare l’intuizione e la visione sciamanica.
(2) Per questo non bisogna mettere subito gli occhiali quando un bambino inizia a vedere male alla lavagna
(3) Interessante a questo proposito la teoria di Bates per cui la miopia dipende dalla contrattura dei muscoli extraoculari. Egli fu osteggiato dai colleghi oculisti del tempo. Solo ultimamente, con la risonanza magnetica, si è visto che in effetti i muscoli extraoculari formano, nella loro inserzione nel globo oculare, un anello di muscolatura liscia, quindi possono, contraendosi sotto stress, allungare e miopizzare l’occhio.
(4) Do qui per scontato che i sensi siano molto di pi. dei cinque convenzionali. Rudolf Steiner, fondatore dell’ Antroposofia, ne elenca 12: udito, calore, vista, tatto, vita, movimento, equilibrio, odorato, gusto, io, pensiero, linguaggio. Carla Hannaford, nel suo libro “Smart Movies” ne elenca molti di più.
(5) Anche una vista bassa al tabellone in assenza di difetti refrattivi, ad esempio miopia e/o astigmatismo, pu. esserelegato ad un cattivo movimento degli occhi.
(6) Misurare quanti decimi si vedono al tabellone, stabilire l’acuità visiva per lontano che, come si sta vedendo, solo una delle tante abilità visive, importante per leggere la lavagna o dettagli piccoli per lontano. In questa abitudine culturale di basarci più sulla quantità e non sulla qualità, soprattutto di vita, non teniamo conto che la visione, un concetto enormemente più vasto di questa misurazione a cui siamo abituati riferirci: nel nostro quotidiano ben poche volte andiamo in giro a guardare cose simili ai tabelloni!
(7) Come dice Bates, memoria, immaginazione, visualizzazione e visione fanno parte di uno stesso processo: non riuscirei a “vedere”se non avessi una memoria di cose già viste simili per ri-conoscere quello che vedo, non riuscirei a immaginare, produrre immagini se non le avessi acquisite vedendo.